Il nome di Sacrofano deriva dal “Sacrum fanum” cioè dal tempio sacro dedicato a Giove Tonante ed Ercole Musino, i cui resti sono stati rinvenuti sulle pendici del Monte Musino; secondo altri, invece, l’origine del nome è dovuta alla presenza della “scrofa” che ha trovato nell’abbondanza di acqua e nella ricchezza di boschi di quercia il terreno ideale per lo stanziamento e la riproduzione. Troviamo la scrofa anche nello stemma del Comune.
La zona, situata tra la via Cassia e la via Flaminia, fu inizialmente parte del territorio della città etrusca di Veio (ager Veientanus), fece poi parte dei possedimenti della chiesa e fu quindi “incastellato” per proteggere dalle invasioni dei Saraceni fino a divenire feudo degli Orsini e dei Chigi.
Le origini
Sulla denominazione "SACROFANO" esistono numerose leggende, che si fondono con le radici storiche e culturali dei suoi abitanti. Nel primo caso il nome Sacrofano risalirebbe ad un Sacrum fanum, ossia un'area sacra dislocata, molto probabilmente sul monte Musino e risalente all'epoca etrusca. In un secondo caso il nome si assocerebbe alle consuetudini di un antico e nobile guerriero, il quale esortava i soldati a disperdere i nemici come fanno le scrofe quando allontanano i loro figli, troppo grandi per succhiare ancora il latte materno. Come per Morlupo, un'altra mitologia vedrebbe il nome di "Sacrofano" derivare dall'insegna di una legione. Forse le truppe della classe Misenate che costruirono un fanum in onore di una scrofa ben augurante. Secondo altra tesi, gli scritti del poeta romano Terenzio Varrone, testimoniano che il nome Sacrofano derivi dal soprannome attribuito ad una prestigiosa famiglia romana, che possedeva numerosi terreni agricoli. Infine, il folclore popolare, racconta di un periodo di carestia per gli agricoltori della zona, dovuto alla prolungata mancanza di pioggia ed al caldo torrido. In questa situazione indigente, una grossa scrofa per dissetarsi riuscì a trovare una sorgente di acqua, che salvò i raccolti degli agricoltori e da quel giorno di abitanti della zona chiamarono quel posto Scrofanum. La linea comune delle diverse versioni sembra essere la presenza di possenti e grosse nutrici di maiali nei boschi del paese, che indubbiamente ha contribuito alla nascita della denominazione di Sacrofano. L’immagine dell’animale è suggellata nello stemma del Municipio, risalente a documenti del XVIII e XIX sec.Le origini
Sulla denominazione "SACROFANO" esistono numerose leggende, che si fondono con le radici storiche e culturali dei suoi abitanti. Nel primo caso il nome Sacrofano risalirebbe ad un Sacrum fanum, ossia un'area sacra dislocata, molto probabilmente sul monte Musino e risalente all'epoca etrusca. In un secondo caso il nome si assocerebbe alle consuetudini di un antico e nobile guerriero, il quale esortava i soldati a disperdere i nemici come fanno le scrofe quando allontanano i loro figli, troppo grandi per succhiare ancora il latte materno. Come per Morlupo, un'altra mitologia vedrebbe il nome di "Sacrofano" derivare dall'insegna di una legione. Forse le truppe della classe Misenate che costruirono un fanum in onore di una scrofa ben augurante. Secondo altra tesi, gli scritti del poeta romano Terenzio Varrone, testimoniano che il nome Sacrofano derivi dal soprannome attribuito ad una prestigiosa famiglia romana, che possedeva numerosi terreni agricoli. Infine, il folclore popolare, racconta di un periodo di carestia per gli agricoltori della zona, dovuto alla prolungata mancanza di pioggia ed al caldo torrido. In questa situazione indigente, una grossa scrofa per dissetarsi riuscì a trovare una sorgente di acqua, che salvò i raccolti degli agricoltori e da quel giorno di abitanti della zona chiamarono quel posto Scrofanum. La linea comune delle diverse versioni sembra essere la presenza di possenti e grosse nutrici di maiali nei boschi del paese, che indubbiamente ha contribuito alla nascita della denominazione di Sacrofano. L’immagine dell’animale è suggellata nello stemma del Municipio, risalente a documenti del XVIII e XIX sec.