Dati storici sul monumento
La scultura è datata 3 settembre 1921 e la data è riportata in basso, sotto il prospetto lapideo del basamento che reca l’iscrizione dedicatoria, lato interno alla piazza.
L’abbreviazione del nome e cognome “TT” si trova si trova sul prospetto esterno del basamento in travertino, rivolto sulla via principale, in basso, a destra dell’iscrizione della data in caratteri romani.
Torquato Tamagnini nasce a Perugia nel 1886. Si trasferisce a Roma e vince il Pensionato artistico nazionale. Riscuote grande successo presso la nobiltà romana dedicandosi alla ritrattistica, medaglie e bronzetti. E’ rinomato soprattutto per la realizzazione di monumenti ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Prima del 1922 fonda a Roma la Corinthia, casa d’arte per la scultura. Le case d’arte erano “ditte” che proponevano monumenti già pronti o realizzati in breve tempo, offrendo ai committenti a volte cifre più accessibili, rispetto ai prezzi richiesti dagli scultori affermati [dato tratto da “Terranova da Sibari consacra nel marmo il sacrificio dei suoi figli caduti per la Patria”. Torquato Tamagnini e i monumenti ai caduti della Grande Guerra per la Calabria. Intorno al 1922 la Corinthia pubblica un primo opuscolo senza titolo in cui enuncia i principi ispiratori della casa d’arte (”...contributo al miglioramento del patrimonio artistico nazionale, col mettere in grado Comuni e Comitati di tramandare degnamente alla posterità la memoria dei prodi caduti in guerra per la grandezza della patria”), foto dei bozzetti, opere compiute per monumenti ai caduti e una serie di lettere di ringraziamento da parte dei comitati per i quali Tamagnini e la Corinthia avevano lavorato, con lo scopo di sponsorizzare i propri lavori. Solo nella provincia di Roma realizzarono monumenti ad Allumiere, Morlupo, Formello, Montecelio, Ceprano, Sacrofano, Marcellina, Rocca di Cave, Anzio. A queste opere vanno aggiunte quelle realizzate nel resto d’Italia (se ne contano in tutto 107). (Da La fabbrica dell’arte: tipologia e modelli. Di Simona Battisti, in La memoria perduta, op.cit.).
La statua in bronzo rappresenta un fante, sentinella immobile che imbraccia il fucile, rappresentato come se fosse sulle rocce del Carso, rese in travertino sbozzato.
Sul prospetto che guarda lungo via IV Novembre si trova una lastra bronzea con un bassorilievo con rappresentata una figura femminile reclinata che tiene nella mano sinistra un ramo di alloro e nella destra una fiaccola accesa. Sottostante la lastra si trova una fiaccola votiva.
Ai piedi del monumento vi è un ampio basamento in travertino che declina verso un’area lasciata a giardino. Il monumento è recintato da una cancellata inserita su un cordolo in travertino che fa da gradino. Esternamente alla recinzione, sul fronte della piazza che costeggia la via principale, sono presenti due dissuasori in metallo uniti da catena e un’asta portabandiera.
Sotto il cippo in travertino sono incisi 16 nomi di caduti distinti per cause di morte.
Sul fronte del basamento in pietra, in caratteri romani è riportata la data: MCMXV – MCMXVII
Sul lato opposto una scritta recita: 8 set. 1921 "ai cari figli morti per la patria/scrofano/romanamente volle/ nella sua terra eretto il monumento onorario/nel cuore dei vivi e dei viventi nei secoli/l’altare della memoria".
L’autore è Torquato Tamagnini (Perugia 1886 – Roma 1965).