Il borgo medievale di Sacrofano, con i suoi vicoli stretti, le piazzette raccolte e gli scorci suggestivi, conserva intatta l'atmosfera di un'epoca lontana.
Risalente alla seconda metà del 1300, il paese divenne un feudo della potente famiglia Orsini, che lo governò per secoli prima di cederlo nel 1662 ai Chigi. Ancora oggi, il borgo è splendidamente conservato, con la sua rocca originaria a dominare il paesaggio e numerosi edifici che testimoniano la sua storia millenaria.
Scrofanum
Sulla denominazione "Sacrofano" esistono numerose leggende, che si fondono con le radici storiche e culturali dei suoi abitanti. Nel primo caso il nome Sacrofano risalirebbe ad un Sacrum fanum, ossia un'area sacra dislocata, molto probabilmente sul monte Musino e risalente all'epoca etrusca. In un secondo caso il nome si assocerebbe alle consuetudini di un antico e nobile guerriero, il quale esortava i soldati a disperdere i nemici come fanno le scrofe quando allontanano i loro figli, troppo grandi per succhiare ancora il latte materno. Un'altra mitologia vedrebbe il nome di "Sacrofano" derivare dall'insegna di una legione. Forse le truppe della classe Misenate che costruirono un fanum in onore di una scrofa ben augurante. Secondo altra tesi, gli scritti del poeta romano Terenzio Varrone, testimoniano che il nome Sacrofano derivi dal soprannome attribuito ad una prestigiosa famiglia romana, che possedeva numerosi terreni agricoli. Infine, il folclore popolare, racconta di un periodo di carestia per gli agricoltori della zona, dovuto alla prolungata mancanza di pioggia ed al caldo torrido. In questa situazione indigente, una grossa scrofa per dissetarsi riuscì a trovare una sorgente di acqua, che salvò i raccolti degli agricoltori e da quel giorno di abitanti della zona chiamarono quel posto Scrofanum. La linea comune delle diverse versioni sembra essere la presenza di possenti e grosse nutrici di maiali nei boschi del paese, che indubbiamente ha contribuito alla nascita della denominazione di Sacrofano. L’immagine dell’animale è suggellata nello stemma del Municipio, risalente a documenti del XVIII e XIX sec.
È solo dal 1938 che il nome del paese diventa l’attuale Sacrofano.
Sacrofano, situato tra la via Cassia e la via Flaminia, fu inizialmente parte del territorio della città etrusca di Veio (ager Veientanus), fece poi parte dei possedimenti della chiesa e fu quindi “incastellato” per proteggere dalle invasioni dei Saraceni fino a divenire feudo degli Orsini e dei Chigi.
Il territorio prevalentemente agricolo di Scrofano con le sue terre già nel 780, sotto papa Adriano I° faceva parte della Domusculta Capracorum, vastissima “azienda agricola” del primo nucleo dello stato della Chiesa.
Per motivi difensivi l’impianto abitativo di Scrofano si “incastella” verso “monte”, sul crinale, per difendersi intorno al X secolo dalle incursioni moresche, creando il castrum, il castello.
Molto ambito dalle famiglie baronali romane, soprattutto dagli Orsini, che ne diventano proprietari alla fine del XIV secolo. Nel 1554 gli Orsini concedono lo Statuto in cui sono regolamentati i rapporti tra cittadini. Sotto il loro dominio vengono potenziate le mura e si creano torri, alcune ancora percepibili tra le strutture delle case che vi si sono poi sviluppate a ridosso. Nel 1661 gli Orsini, seriamente indebitati, svendono il territorio di Scrofano con il suo Borgo ai Chigi, che, nel corso del 1700, diedero l'avvio ad una fase di ripresa edilizia. Si migliora l’accesso al Borgo con un grande scalone e potenti contrafforti. Al centro deI grande arco in blocchi di tufo che fa da ingresso al Borgo dalla parte nord, è posizionato uno stemma marmoreo. Raffigura San Biagio Vescovo. Sul cartiglio è scritto in latino Proctetore. Sotto, la scrofa passante che dà il nome al paese. Porta San Biagio, 1572.
Accessibile da ogni lato, il Borgo è transitabile solo a piedi.
L’impianto urbanistico possiede coerenza e unità. La strada di sommità – via di Mezzo – costituisce la struttura portante di un sistema lineare che si articola in vie minori laterali, irregolari e scoscese. Il Borgo era luogo di residenza dei contadini, con le case molto vicine tra loro, che si alternano alle cantine fino a quattro livelli di profondità.