Vecchio Castello

Castrum

Il territorio, all'interno della Domus Cultae Capracorum (772), sarà parte del sistema dei latifondi rurali da cui la Chiesa di Roma traeva le provviste

Descrizione

Il primo documento che ci parla di Scrofanum come entità produttiva si trova inciso in due lapidi marmoree poste sotto il portico della Chiesa di Santa Maria in Cosmedin a Roma. Si tratta della donazione di fondi agricoli con vigneti e case fattadai fratelli Eustazio e Giorgio a quella chiesa (VIII° sec.)
Il territorio, all’interno della Domus Cultae di Capracorum (772), sarà parte di quel sistema di vasti latifondi rurali da cui la Chiesa di Roma traeva le provviste alimentari per la città e l’arruolamento della milizia.
Il decimo secolo vede svilupparsi il fenomeno dell’Incastellamento a seguito delle scorrerie saracene (846 sacco di Roma) costringendo i territori limitrofi ad una più efficace condizione difensiva.

Nell'immagine è raffigurata una torre che fa parte dell'antico perimetro difensivo

La popolazione lascia le precarie abitazioni sparse di campagna e si raduna nel Castello costruito in altura con solide mura inaccessibili e con l’unica porta dove poi sorgerà l’imponente costruzione in “tufelli”, tecnica muraria dell’edilizia civile romana tardo-medievale. 
Intorno all’anno 1000, alcuni tra i più forti condottieri militari al soldo dello Stato della Chiesa avevano già preso possesso di parte di questi territori, ottenendo il consenso ecclesiale e dando l’avvio a quelle famiglie baronali che avrebbero fatto la storia cortigiana e militare del papato nei secoli successivi.
Tra queste a Scrofano avremo prima i Prefetti di Vico, poi i Savelli, infine gli Orsini, con alterne vicende, fino al 1661 quando questi venderanno il Feudo ai Chigi.

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Pagina aggiornata il 18/12/2024