Il Vulcano di Sacrofano

Il vulcano di Sacrofano è considerato tra i più importanti del distretto Sabatino sia per la lunga durata della sua attività, sia per l'enorme mole dei prodotti emessi

Descrizione

Il paese di Sacrofano sorge sulla cinta calderica di un antico vulcano, il vulcano di Sacrofano, uno dei più grandi centri esplosivi di una vasta area vulcanica che si estende più o meno dal mar tirreno al Monte Soratte e chiamata distretto Vulcanico Sabatino. Quest'area, a partire da circa 600. 000 anni fa, fino a tempi geologicamente molto recenti Circa 40. 000 anni fa, è stata interessata da un'intensa attività vulcanica attraverso piccoli e grandi crateri ed edifici vulcanici che eruttavano lave, piroclasti e gas, in analogia alle aree di vulcanismo oggi attive dei Campi Flegrei, del Vesuvio, dell'Etna e delle Isole Eolie nell'Italia meridionale. Il vulcano di Sacrofano aveva probabilmente un aspetto molto diverso da quello che si può vedere oggi: il suo edificio aveva una forma conica e la violenza delle esplosioni che si verificarono via via nel corso della sua evoluzione distrussero più volte l'edificio, fino a quando un'eruzione esplosiva particolarmente violenta fece crollare definitivamente la sommità, creando un'ampia depressione, chiamata Caldera.

Fasi del Vulcano

Fase 1

Del Vulcano di Sacrofano e della sua primissima attività sappiamo poco perché i prodotti relativamente recenti hanno sepolto completamente le prime emissioni.

Possiamo immaginare che furono emesse lave, poiché queste si trovano nei prodotti dell’attività successiva. Il primo prodotto che conosciamo in affioramento è un deposito che viene chiamato “tufo giallo di via Tiberina”: Grandi cave hanno fornito tufelli e blocchetti per la costruzione  edilizia. Molti edifici romani sono stati costruiti con questo materiale. L’eruzione della colata piroplastica del “tufo giallo” colmò la valle dell’Antico Tevere costringendolo a cambiare il corso. Il Tevere prima di questa eruzione scorreva molto più ad occidente, ad ovest del Soratte, quasi a ridosso del paese di Sacrofano, ma i detriti riempendo il letto fluviale ne riuscirono a spostare il percorso.

Fase 2

Dopo l’eruzione del tufo giallo il vulcano ebbe un lungo periodo di attività stromboliana durante la quale  il suo edificio conico raggiunse un’altezza di m.500 -600. La fase durò circa 150.000 anni ma il vulcano non fu sempre attivo. Anche se non è possibile sapere quando tempo durarono le pause e le varie fasi eruttive, i prodotti geologi ci raccontano di eruzioni  da cui originarono anche i “tufi varicolori di Sacrofano e di La Storta”.

Durante questa fase iniziarono anche altre attività vulcaniche nel distretto sabatino.

Si formarono inoltre, lungo i fianchi, i coni di scorie ancora oggi riconoscibili (Monte Musino, Molte Solforoso, Monte Ficoreto, Monte Cardeto, Monte Gatto, Monte Boschetto, Monte Aguzzo.)

Fase 3

Dopo l’eruzione del “tufo giallo della via Tiberina”, il vulcano di Sacrofano ebbe una nuova eruzione che depositò grandi spessori di materiali. La fine di questa lunga fase eruttiva si verificò intorno ai 336.000 anni fa. La cima dell’edificio del vulcano non esisteva più, distrutta dalle violente esplosioni e sprofondata per lo svuotamento della camera magmatica. Si era così formata la caldera di Sacrofano. Il crollo dell’edificio determinò la fine dell’attività del vulcano di Sacrofano.

Gli ultimi segni della sua esausta energia sono infatti poche colate di lava e piccole esplosioni stromboliane.

Quando il vulcano terminò per sempre la sua attività, il paesaggio lentamente si trasformò, creando un ambiente unico e perfetto per gli stanziamenti umani. Le ceneri, fuoriuscite delle terribili esplosioni avevano colmato le valli e formato pianure fertili ricche di minerali, ideali per l’insediamento dei primi abitanti di Sacrofano e per la coltivazione necessaria al sostentamento umano. Inoltre abbondava la pietra per le costruzioni. I corsi d’acqua avevano eroso il tufo creando ampi pianori con pareti scoscese delineando così ottime aree naturalmente difese e adatte agli insediamenti. Era terminata la furia geologica e stava iniziando la storia umana di Sacrofano.

 

L’attività del Vulcano di Sacrofano ha originato la formazione di minerali, pietre da costruzione e solfatare.

  • Sacrofanite

La sacrofanite è un minerale del gruppo della cancrinite, cristallizzata nel sistema esagonale; dura (durezza tra 5 e 6) e leggera (densità 2,423 g/cm³); ha una sfaldatura perfetta Secondo il piano basale. Si presenta in grossi cristalli esagonali di circa 2 cm, appiattiti e molto striati, traslucidi e di colore bianco, con lucentezza perlacea, di aspetto singolarmente "fresco".

Fluorescente il rosa alla luce ultravioletta.

La sacrofanite è nuova specie rinvenuta per la prima volta al mondo nel 1980 a Valle bianchella.

Essa era contenuta in una sanidinite piuttosto particolare composta di Sannino, Granato marrone, pirosseno verde, leucite ed haüyna. È un minerale molto raro ed è stata ritrovata solo pochi altre volte al mondo. La sacrofanite deve considerarsi tra i più interessanti ritrovamenti di questi ultimi anni avvenuti nell'ambito della nostra regione, anche per quanto riguarda la bellezza e dimensione dei cristalli

  • Tufo Giallo

Il tufo giallo pare sia nato da una eruzione violentissima, avvenuta in prossimità della cresta nord del vulcano, da cui derivò un’enorme colata piroclastica, nota come “tufo giallo di Sacrofano“, costituita da pomici immerse in una matrice di ceneri, ricche di inclusi spesso cristallizzati. La colata andò a colmare una depressione preesistente, precorritrice dell’attuale Valle Bianchella, dando origine all’accumulo di lava e di blocchi sedimentari che, più tardi, resero possibile la sopravvivenza dell’uomo in quest’area.

  • Solfatare

Un altro elemento geologico che caratterizza questa zona, ricompresa in parte all’interno del Parco Naturale di Veio, sono due solfatare, cave da cui si estraeva lo zolfo, oggi integrate nel paesaggio naturale. Sebbene si trovino all’interno di terreni privati, possono essere raggiunte, una a piedi, con una breve camminata, l’altra con lo sguardo, essendo di difficile accesso. Si trova, infatti, su di uno strapiombo dalle pareti bianchissime, che, al tramonto, si accendono di luce, illuminando la vallata sottostante.

Modalità di accesso:

Accesso libero

Indirizzo

Contatti

  • Parco di Veio: 06 - 9042774

Ulteriori informazioni

Bibliografia: 

De Rita D., Il Vulcano di Sacrofano, Roma, Ireco, 1995.

Libro a cura dell'Università Agraria di Sacrofano e con il patrocinio del Comune di Sacrofano e dell' Ente Parco di Veio.

Pagina aggiornata il 18/12/2024